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Torremezzo di Falconara
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La frazione di Torremezzo di Falconara appartiene al comune di Falconara Albanese dal quale dista 3,92km. Torremezzo sorge a 4 metri sul livello del mare, in essa risiedono 189 abitanti.
FALCONARA ALBANESE
Mancano documenti certi sull'anno preciso della sua fondazione. Le uniche notizie scritte si possono trarre dalla "Rivista Calabrese", fondata dallo storico, sacerdote, G. B. Moscato di San Lucido e risalgono alla fine dell'ottocento. Il Moscato dice che fu fondata da "sette famiglie" (Musacchio, Manes, Fionda, Josci, Candreva, Staffa, Scuragreco) giunte in Calabria nel 1487, quando Elena (o Eleonora), sorella di Giovanni Castriota (il regnante d'Albania) e figlia di Giorgio Castriota detto SKANDERBEG (Beyalessandro allusione ad Alessandro il Grande "MAGNO"), andò in sposa al principe di Bisignano Sollazzi i cui antenati già nel 1229 erano i più ricchi e potenti signori della Calabria, i cui possedimenti arrivavano fino in Puglia. I profughi che accompagnavano la bella Elena si fermarono dapprima in località San Pietro, forse feudo "abbaziale" sul versante est dell'Appennino costiero che guarda Fiumefreddo. E vi rimasero per circa trent'anni, finchè preoccupati dalla visione di "vele nere", simbolo dei corsari Turchi, risalirono verso l'interno.
L'insediamento del primo nucleo del paese avvenne presumibilmente nel 1517 e fu quello dei rioni "MANESATO" (dove sorse la prima chiesa dedicata a "Sant'Attanasio") e "KURTINA".
Il 26 aprile del 1468, ricorda la tradizione orale: «il quadro della Madonna degli albanesi si staccò dall'altare di Scutari e guidò l'esodo in Italia, oggi è venerata col titolo "del Buon Consiglio"». Questo quadro è ora custodito nel Santuario - Basilica del "Buon Consiglio" di Genazzano (Roma), chi vuole può anche visitare il sito del santuario (basta cliccare sulla scritta Gennazzano). L'emigrazione albanese è legata sempre agli avvenimenti storici della penisola balcanica, fin da quando l'impero turco riuscì a conquistare le province d'Albania e gran parte dell'Europa. Questa emigrazione è stata la più consistente e coincide con la morte del valoroso eroe Giorgio Castriota SKANDERBEG (avvenuta il 17 gennaio del 1468), il quale combattè arditamente contro i sultani Murad II e Maometto II, e che nel 1459 venne in Italia per portare aiuto al re Ferdinando di Napoli, che combatteva contro Giovanni d'Angiò, e che per venti lunghissimi anni riuscì con abile guerriglia a contrastare e ad arginare l'avanzata islamica. Il re di Napoli era molto orgoglioso dei soldati albanesi, perchè dal campo di battaglia uscivano o "vittoriosi" o "morti" a differenza delle altre truppe mercenarie che spesso tradivano "vendendosi" al miglior offerente, nel corso della stessa battaglia. La sua morte segnò l'inizio della decadenza della verdeggiante terra d'Albania, dilaniata da guerre civili e da nemici esterni, venne sottoposta prima al protettorato di Venezia e poi al dominio Turco. I profughi, secondo la tradizione orale in seguito ad un nubifragio approdarono in Sicilia e successivamente, attraverso il Tirreno, nel territorio di Fiumefreddo Bruzio di proprietà di Girolamo Sanseverino principe di Bisignano. Il quale li accolse nella zona denominata "Campo", alla periferia del paese.
La località Manesato esiste ancora oggi (era il pezzo di terra abitato dai Manes) e dove sorse la prima chiesa dedicata a Sant' Attanasio. Del rione Staffa oggi resta soltanto una piazza dedicata a Felice Staffa. Altre denominazioni risalgono a peculiarità della vita delle sette famiglie. Ad esempio "Prroi i Markes" il ruscello della Marchesa di Mendoza la quale quando si recava a Falconara era solita fermarsi in quel luogo. Con gli anni giunsero altre famiglie albanesi che diedero nomi ad altre zone del paese ("Kroi i Sikurit" letteralmente fontana dei Sicuri). Intorno alla fine del XVI e del XVII secolo furono registrati nel comune di San Lucido dei cognomi di origine albanese. I rapporti tra i Falconaresi, i Sanlucidani e Fiumefreddesi si sono consolidati via via col trascorrere degli anni. Originariamente si chiamava solo Falconara infatti in un documento del 1212 proveniente dalla Germania, si fa riferimento ad un privilegio concesso dall'imperatore Federico II al Papa, che riguardava la chiesa cosentina: Rende e Casali. Fra i casali di Rende figurava "Falkunaria". Il Marafioti conferma che Falconara originariamente era un Casale. Altre fonti fanno risalire l'origine del nome al falco un uccello che Nidificava nelle crepe del "Castelluccio" altre ancora da "Falcone" un'antica macchina da guerra usata per la difesa dagli assalti dei pirati. Dal 1863 invece assunse l'attuale nome di: "Falconara Albanese" o "Fallkunara Arbëresh". Le principali attività lavorative furono l'agricoltura, la pastorizia e l'industria dei bachi da seta. All'inizio del XX secolo anche Falconara fu "flagellata" dal fenomeno della "migrazione di massa" verso il nuovo continente. In origine la popolazione ammontava a 270 anime, aumentò fino a raggiungere il picco massimo nel 1951 di 2372, attualmente la popolazione ammonta a circa 1510 persone.
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