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La storia
Paola, coi suoi 19000 abitanti, è considerato il centro piè importante della Riviera dei Cedri. Fondata probabilmente dagli Enotri, Paola fu chiamata Patiko, poichè era divenuta dimora di famosi artisti del tempo. Infeudata a Fuscaldo appartenne poi a molteplici feudatari fino a quando verso la fine del sec. xv le fu concesso il titolo di città da Alfonso II D'Aragona. Subì gravi danni durante le invasioni dei Turchi che nel 1554 devastarono anche il convento. Nel centro storico ci sono poi interessanti chiese: la chiesa della Madonna di Montevergine; la chiesa del Rosario; la chiesa Matrice; la chiesa di S. Franceschiello che ha un bel portale in arenaria; la chiesa di S. Caterina con un portale del 1493 e infine la casa natale del Santo, in via XXIV Maggio, ora trasformata in chiesa. Degni di nota i ruderi del castello aragonese con una torre cilindrica e una torre costiera del secolo XVI. Straordinariamente importante per la comprensione della pittura bizantina in Calabria, la chiesa di Sotterra in contrada Gaudimare ai confini con Fuscaldo. L'impianto, venuto alla luce nel 1876, è stato studiato con attenzione dall'archeologo Paolo Orsi negli anni '20. All'interno dell'ipogeo tre cieli di pitture di cui alcune risalgono al IX secolo. Di estremo interesse tutto il centro storico di Paola. Vi si accede per la porta detta di San Francesco. Attraversata la porta c'è la Piazza del Popolo con al centro la bella fontana in pietra arenaria che risale al 1600. La marina di Paola è facilmente raggiungibile dalla superstrada tirrenica. È conosciuta principalmente per aver dato i natali a San Francesco da Paola.La presenza del mare, unitamente alla bellezza dei rilievi montuosi posti nelle immediate vicinanze e alla presenza di un prestigioso santuario dedicato a San Francesco di Paola fanno della città una meta turistica di una certa importanza. La cittadina è una delle mete del turismo religioso in Calabria. Fra i principali luoghi di interesse si segnalano il Santuario di San Francesco, la Badia, San Miceli (chiesa con dipinti paleocristiani), rovine romane, Palazzo Scorza. Il 27 marzo si celebra la nascita di San Francesco, mentre il 2 aprile (festa canonica del Santo di Paola), la morte. I solenni festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola, si tengono dall'1 al 4 maggio, con diverse processioni a terra e a mare del "busto" del Santo e del mantello. La tradizione vuole che un barcaiolo si rifiutò di traghettare San Francesco dalla costa calabra a Messina ed il Santo, attraversò lo stretto con il proprio mantello. San Francesco è stato proclamato oltre che patrono della Calabria anche patrono della gente di mare. Il 4 maggio 2008 si sono conclusi i festeggiamenti per il V centenario della sua morte. Degna di nota è la Fontana dei sette canali che sorge ai piedi di una lunga scalinata, opera di artigiani locali porta la data del 1636. La fontana si apre come un grande ventaglio, a ricordare la coda del pavone, simbolo di Paola: originariamente si presentava con 12 buche, oggi è formata da due bracci, le cui pareti hanno a loro volta sette riquadri con sette protomi litici dai quali fuoriesce l'acqua che viene poi raccolta da un canale e riversata in una vasca semicircolare. Gli scudi in pietra, seppur consunti dal tempo, sono ancora intatti: raffigurano il simbolo del pavone e lo stemma degli Spinelli, che acquistarono Paola all'inizio del XVI secolo, governandola per circa tre secoli.

Il Santuario di San Francesco sorge nella parte alta e collinare della cittadina, in una valle costeggiata dal torrente Isca e ricca di vegetazione. È meta di pellegrinaggio da tutto il sud Italia, specialmente dalla Calabria, di cui San Francesco è patrono. Custodisce parte delle spoglie del Santo (le restanti si trovano a Tours in Francia). Davanti al Santuario vi è un ampio piazzale, al limite del quale si erge la facciata principale del tempio. A destra dell'ingresso principale vi è un arco tramite il quale si accede alla parte laterale del santuario, in cui si trovano l'ampia basilica moderna (inaugurata nel 2000) e la fonte della cucchiarella, alla quale solgono bere i pellegrini. Accanto a questa è esposta una bomba inesplosa, caduta nel torrente accanto al Santuario durante un bombardamento anglo-americano nel mese di agosto del 1943, che non danneggiò il Santuario. Continuando si accede al Ponte del Diavolo ed ad un sentiero al termine del quale si trova un luogo che fu rifugio del Santo nei suoi anni giovanili. Entrando nel Santuario per l'ingresso principale, si accede a due ambienti semi-aperti iniziali. Nel primo sono conservate diverse lapidi, datate fra il XVI ed il XX secolo, che ricordano varie ricorrenze ed eventi riguardanti il Santuario, mentre il secondo è il vero pronao della basilica antica: a destra si trova il portale di accesso alla basilica, a sinistra vi è un affaccio sul torrente e sull'adiacente convento, ed avanti vi è l'ingresso al chiostro ed al romitorio del Santo e la cella del beato Nicola. La basilica antica, in stile romanico, risalente al XVI secolo, è composta da un'ampia aula principale piuttosto spoglia e da un'unica navata laterale a destra, lungo la quale si aprono quattro cappellette, che ha il suo culmine nella sontuosa cappella barocca che custodisce le poche reliquie di San Francesco pervenute a Paola, fra cui alcuni suoi abiti e frammenti di ossa. Nel chiostro del Santuario, chiuso verso l'esterno con vetrate, si trova il roseto del Santo, che costituisce oggi un folto giardino, e ospita lungo le sue pareti interne affreschi raffiguranti i principali episodi della vita del Santo, molti dei quali legati a leggende. Adiacente ad esso è il romitorio di San Francesco, un insieme di angusti spazi sotterranei che costituirono il primo nucleo di cenobio per il santo e per i suoi confratelli. Fra il chiostro e la basilica antica si erge il campanile del tempio.

Il Dialetto paolano è uno dei dialetti calabresi di tipo napoletano perchè appartenenti al gruppo dei dialetti dell'Alta Calabria Tirrenica, pur restando influenzato dalla Lingua Siciliana, che però un'assenza delle forme verbali perfette tipiche del resto della Calabria. È fortemente caratterizzato dalla pronuncia dilatata delle vocali che risulta talvolta molto diversa dal cosentino, poichè si avvicina appunto al napoletano.


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