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Fiumefreddo Bruzio
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Fiumefreddo è senza dubbio una delle più antiche cittadine del litorale Tirrenico.
Non mancano tracce di reperti archeologici d’epoca romana ed è da supporsi che il luogo ere già abitato al tempo delle prime immigrazioni greche.
Il fiume di acqua potabile che prende origine dalla roccia a poco più di 1 km dal mare sarà stato di sicuro il richiamo che fece sostare i popoli di passaggio e più tardi un gruppo di eremiti che vi fondarono il romitorio di Santa Domenica e poi la celebre Abbazia di Fonte Laurato.
Da questo Fiume che era detto Freddo prese il nome l’attuale cittadina.
Dell’appellativo Bruzio invece si sa con certezza che fu aggiunto nel 1860 per delibera del Consiglio Comunale in modo da distinguerlo da paesi omonimi.
Il castello è situato in un sito a sud est del paese, inespugnabile per gli strapiombi naturali del vallone scuro.I sotterranei sono,in gran parte recuperabili, mentre l’interno è un cumulo di rovine. A tale stato il Castello fu ridotto durante l'occupazione napoleonica per sottomettere gli insorti partigiani dei Borboni. Infatti, tra le sue mura, si rifugiarono le residue masse borboniche,comandate da Giovan Battista de Micheli da Longobardi. Questi si preparava a sostenere l’ultimo, disperato tentativo di difesa, allorchè caduta Amantea,il generale Reynier,l’8 febbraio 1807, sostenuto anche da una compagnia civica del luogo organizzata da giovani delle famiglie Zupi, Santanna e de’Morelli, ordinò
al colonnello Berthelot di espugnare il castello di Fiumefreddo. Il 12 febbraio il forte venne bersagliato con due pezzi d’artiglieria e fu subito una breccia praticabile; ma la turba degli assediati non attese l’assalto e si ammutinò aprendo le porte al nemico.
La vendetta non si fece attendere: si desume dall’annuncio della caduta di Fiumefreddo dato da Reynier a Giuseppe Bonaparte, re di Napoli:
Con ordine di Napoleone, dato agli invasori di distruggerlo, anche il castello subì la sua condanna, colpevole solo di aver offerto il sostegno ad azioni di rivolta.
Oggi la cittadina conta 3.162 abitanti. Luogo turistico di grande pregio inserito dal novembre 2005 nel prestigioso club dei Borghi più belli d'Italia, ed insieme ad Altomonte e Morano Calabro rappresenta una delle meraviglie storiche paesaggistiche e culturali della provincia cosentina.
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