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Sulle origini di Belvedere Marittimo non ci sono notizie certe ne documenti o reperti archeologici che possano far risalire ad una data o a un secolo ben definito in cui collocare la sua fondazione.
Si possono solo fare delle ipotesi tenendo conto di quanto è avvenuto in altri centri abitati della costa calabrese e, principalmente, delle testimonianze storico-architettoniche che ancora oggi sono a disposizione.
Il periodo che va dall'VIII al X secolo d.C. è quello che sembra più probabile per collocarvi le sue origini. È in questo periodo, infatti, che gli abitanti degli antichi centri costieri cominciano ad abbandonare le proprie abitazioni per spostarsi in luoghi più interni al fine di assicurarsi una più agevole difesa contro gli attacchi dei Saraceni, provenienti essenzialmente dal nord Africa. Le incursioni dei pirati Saraceni sulle coste e persino nell'entroterra della Calabria, dureranno circa due secoli specialmente dopo la conquista araba della Sicilia iniziata nell'827.
Belvedere sorge su una collina tra i 150 e i 205 metri circa sul livello del mare dal quale dista, in linea d'area, circa 700 metri. Si estende su un territorio di Kmq 37,22 in cui si elevano i monti Montea (alto m 1785) e la Caccia (m 1744) e dal quale sorge il fiume Soleo.
A partire dal 1600 viene aggiunto l'appellativo "marittimo" per distinguerla dall'omonimo centro in provincia di Crotone: è così indicata, infatti, da Girolamo Marafioti nel suo libro "Croniche et antichità di Calabria" pubblicato nel 1601:"...Fra Daniello ministro di questa Provincia cittadino di Belvedere marittimo....". Il nome Belvedere Marittimo, tuttavia, a quell'epoca, non doveva essere comunemente usato: Giuseppe Petrellis, che scrive nel 1631 la chiama semplicemente Belvedere.
L'ipotesi iniziale sulla datazione delle sue origini, comunque, è ben supportata da dati storici e architettonici, tra i quali il più importante è l'anno 1091 scolpito su una pietra ovale posta sul portale della chiesa di Maria SS. del Rosario. Vi è poi la presenza dell'antico Castello fondato da Ruggero il Normanno nel sec. XI, il dato storico che Belvedere è cinta di mura quando nel 1289 viene assediata dal re di Sicilia Giacomo d'Aragona, le due relazioni su frate Daniele Fasanella: la prima del dicembre 1226 , l'altra del 27 ottobre 1227.
La tradizione vuole che Belvedere derivi da Blanda, città costiera fondata dagli Ausoni, posseduta dagli Enotri e, dopo la guerra troiana (1180 a.C. circa), dai Focesi. Tale tradizione è fortemente avvalorata da quanto hanno scritto i primi storici della Calabria.
Tuttavia intorno all'ubicazione di Blanda, sono sorte numerose ipotesi tra i vari scrittori di storia locale; infatti Blanda, oltre che nella marina di Belvedere, viene collocata in diversi altri comuni. A causare tali discordanze, pare siano stati due autorevoli scrittori latini: Tito Livio e Plinio il Vecchio che collocano Blanda, rispettivamente, nella Lucania e nel Bruzio.
Ipotesi più recenti (ma prive di fondamento storico-archeologico) individuano in Belvedere la scomparsa città di Skydros, sub-colonia tirrenica fondata nel VI sec. a.C. dai colonizzatori delle coste joniche calabresi e in particolare dai sibariti, che nello stesso periodo fondano anche la città di Laos. L'espansione sulla sponda opposta si rende necessaria per controllare anche i traffici commerciali tra la Grecia ed il Tirreno e soprattutto tra le stesse colonie delle coste joniche con i paesi campani ed etruschi, essendo più breve e meno pericoloso il tragitto via terra tra una sponda e l'altra (circa 2 giorni) di quello per mare (circa 7 giorni).
Un'altra questione importante, è quella dei ritrovamenti archeologici, avvenuti nel territorio belvederese; il prof. Giovanni Amellino descrive minuziosamente tre ritrovamenti archeologici (un Paalstab dei primi albori dell'età del bronzo, un oggetto in bronzo dalla forma triangolare, due sepolcreti di cui uno dell'età preistorica e uno risalente alle prime immigrazioni degli italo-greci in Calabria) avvenuti, tra il 1886 e il 1890, presso il fiume Soleo e giunge alla conclusione che "...una popolazione preistorica visse nella contrada di Belvedere Marittimo e vi dimorò lunghissimo tempo".
Ritrovamenti di epoca greca e romana, invece, si ebbero in Marina di Belvedere dove, in tempi successivi, vennero alla luce monete, statuette di finissimo marmo, anfore e alcune tombe, queste ultime risalenti al IV secolo a.C.. In particolare nel 1956 in località Capo Tirone nelle fondazioni della nuova chiesa (l'attuale chiesa della Madonna di Pompei) si sono trovati due vasetti Oenochoai e un Lekythos ariballica, appartenenti a sepolcri precedentemente sconvolti d'epoca ellenistico-romana.
Nel secolo XI Belvedere ha già il suo luogo di culto cristiano e il castello, in piena dominazione normanna che porta in Calabria il feudalesimo e, per circa un secolo, pace e prosperità, dopo secoli di devastazioni e saccheggi. Ai normanni seguono, tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo, gli Svevi con Federico II. Anche sotto gli Svevi la Calabria conosce un periodo di relativa tranquillità.
È in questi anni che nasce a Belvedere il martire francescano Daniele Fasanella decapitato a Ceuta il 13 ottobre del 1227 e canonizzato da papa Leone X nel 1516.
L'anno 1266 porta in Calabria la dominazione francese di casa d'Angiò, con Carlo I d'Angiò, il quale prosegue nella politica di legare a sè le famiglie feudali più importanti: conte di Belvedere è nel 1269 il francese Giovanni di Montfort, a cui segue il fratello Simone, detto di Bellovedere; poi il feudo passa alla famiglia dei Sangineto. Nel 1282 scoppiano i Vespri Siciliani che segnano l'inizio delle ostilità tra i francesi d'Angiò e gli spagnoli d'Aragona, per il possesso del regno delle Due Sicilie. Nell'ambito di questa lunga ed estenuante guerra, è da segnalare l'episodio più importante della storia di Belvedere, di cui sia rimasta traccia: l'assedio del castello da parte di Giacomo d'Aragona, avvenuto nel 1289.
Gli angioini premiano l'eroismo di Ruggero nominandolo, nel 1313, ministro di giurisdizione suprema in Calabria.
Fino al 1376 Belvedere continua ad essere posseduta dai Sangineto, ai quali seguono le famiglie Sanseverino, Orsini-Del Balzo e Citrario fino al 1426, poi ritornano i Sanseverino.
Nel 1442 il regno di Napoli viene conquistato dagli Aragonesi, ma le ostilità tra i feudatari e il re Ferdinando I continuano, fino a quando il 12 giugno 1487, dopo la fallita congiura dei baroni calabresi dell'anno precedente, molti feudi vengono confiscati e messi in vendita: tra questi vi è anche il feudo di Belvedere che appartiene a Gerolamo Sanseverino. Oltre alla confisca e alla vendita dei beni del feudatario, il re aragonese ordina la ristrutturazione del castello.
Nel 1495 ritornano i Sanseverino, che approfittano della grande confusione venutisi a creare dopo la morte di Ferdinando I e la calata in Italia del re di Francia Carlo VIII.
Nel 1504 inizia la dominazione spagnola con il re d'Aragona Ferdinando VII, ora anche re di Napoli. Belvedere, in questi anni, è in possesso della famiglia Giustiniani di Genova; poi, intorno al 1508, ritorna ai Sanseverino, che la manterranno fino al 1595.
Il secolo XVI è di grande fioritura per le attività agricole ed industriali calabresi: la cerealicoltura, la produzione dell'uva e del vino, la coltura dell'ulivo, del cotone e del riso, della canna da zucchero, e soprattutto della seta, sono tra le principali attività i cui prodotti vengono richiesti ed esportati in Italia e all'estero. Belvedere viene segnalata tra i maggiori centri di coltivazione della canna da zucchero e di produzione della pregiata seta e, più tardi, dell'uva passa.
Il secolo XVI è da ricordare anche per la battaglia di Lepanto contro i Turchi che, come ai tempi dei Saraceni, assaltano e saccheggiano le coste italiane e soprattutto quelle calabresi. Una flotta italo-spagnola, capitanata da Giovanni d'Austria va alla ricerca del nemico e presso Lepanto distrugge la flotta turca: è il 7 ottobre 1571. Alla battaglia di Lepanto si distingue per valore e saggezza Cecco Pisano di Belvedere, che combatte a fianco di Marcantonio Colonna. Il Pisano ottiene come compenso la portolania di Siracusa, 3000 ducati annui per sè ed i suoi eredi ed il figlio cavaliere.
Nel 1622 Belvedere viene concessa da Filippo III (futuro re di Spagna) a Tiberio Carrafa, col titolo di principe. Nel 1738 il regno di Napoli e di Sicilia, ritorna indipendente sotto Carlo di Borbone. Alla fine del secolo Belvedere conta 4.594 abitanti, così come ci testimonia lo storico Francesco Sacco in una sua opera del 1795. Tra il 1806 e il 1815 vi è la dominazione francese del regno, con Giuseppe Bonaparte, prima, e Gioacchino Murat poi, dominazione che in Calabria trova forte opposizione. A Belvedere grande è l'ostilità verso i francesi, che assalgono la città e, dopo averla saccheggiata, pretendono anche una grossa somma in denaro. Dopo il breve periodo francese, ritornano i Borboni. A quel tempo principe di Belvedere è Einden Carrafa che mantiene la città fino al 1830 (l'anno della sua morte): egli è l'ultimo feudatario di Belvedere.
Belvedere Marittimo conta oggi 9.400 abitanti. Il centro abitato si compone di due parti distinte: il borgo medievale, che sorge su una sporgenza rocciosa situata a circa 150 m al disopra del livello del mare, e la parte più propriamente marinara, sviluppatasi sul litorale e nota come Marina di Belvedere. Quest'ultima, edificata in epoca più recente, ospita attrezzature e residenze turistiche. La cittadina gode di un clima invernale particolarmente mite e di estati calde, ma non torride.
Ogni anno a Belvedere si può assistere alla manifestazione "Note di fuoco", un festival pirotecnico, al quale partecipano le tre nazioni migliori del mondo in questo campo. La durata della manifestazione varia da un minimo di 3 giorni ad un massimo di 6 e si articola in spettacoli di grande richiamo e in una serie di iniziative volte ad attrarre un pubblico sempre più numeroso. Nel 2007 è stata raggiunta la presenza record di 200.000 persone per lo spettacolo dei fuochi artificiali.
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